Passione daifuku


Osaka, ore 11.00

I Daifukumochi sono dei dolcetti tipici che si trovano anche da noi tra le insignificanti proposte dolci che solitamente chiudono il pasto nei ristoranti cinesi/giapponesi. 
Avete presente quelle palline bianche mollicce, appicicaticce, che non sanno di niente e che dentro contengono una specie di pasta al cacao che peró non sa di cacao? E che sono ricoperti di uno strano zucchero a velo che però non è dolce e non è zucchero a velo? Ecco. Scordateveli.

Innanzitutto non sono ripieni di cacao, ma di anko, la marmellata di azuki e per capirlo sono dovuta venire in Giappone ad assaggiarla. Sono poi ricoperti con un sottile strato di fecola (non zucchero a velo) perchè essendo composti da riso glutinoso pressato (è vero un po' molliccio) altrimenti si attaccherebbero l'un l'altro. Pur non amandoli particolarmente (forse sono un po' troppo difficili da capire per noi occidentali), ho voluto dargli una seconda occasione e ieri tornando in hotel ne ho acquistato uno in un conbini, esperienza decisamente migliore di quella italiana, ma niente di entusiasmante. 

Oggi, passando da una linea ferroviaria all'altra, sono incappata in un delizioso corner shop che vendeva dolci. Erano così belli che ho chiesto al proprietario se potevo fotografarli. Il signore mi ha fatto un enorme sorriso gonfio di orgoglio ed ha addirittura sistemato qua e là i suoi prodotti nella vetrina per la mia fotografia. Ve l'ho già detto che adoro i giapponesi?

vetrina con in mostra i daifuku

scatoline misteriose in vetrina

Dopodichè ha insistito perchè assaggiassi qualcosa di molto simile ai mochi, senza ripieno e mi ha spiegato che erano dolcetti (sempre mollicci) a base di soia beans, o meglio.. soia beans sono le uniche due parole che sono riuscita a capire.

Morale della favola è stato così carino, disponibile, gentile ecc che per non offenderlo ho acquistato due daifuku, uno al te matcha e l'altro ripieno di uva. Il signore è stato contento, me li ha confezionati in una deliziosissima scatolina come solo i giapponesi sanno fare (con tanto di mini frigerino per tenerli freschi) e tra complimenti ed innumerevoli arigato ho proseguito per la mia strada. 

Abbiamo deciso di mangiarli nei pressi del castello di Osaka, a metà mattinata.

io che apro la confezione che contiene i daifuku

Come si fa a descriverli? Mollicci sono sempre mollicci, ma quello al matcha era ripieno di una deliziosa cremina fredda (quasi un gelato) al gusto di tè verde ed anko, mentre quello bianco nascondeva nel cuore un enorme, dolcissimo chicco d'uva.

ripieno del daifuku con il gelato al te matcha ripieno del daifuku all'uva

Per il palato occidentale sono strani è vero, ma assolutamente deliziosi e so già che li rimpiangerò quando sarò tornata in Italia perché così buoni saranno impossibili da ritrovare.