A Tokyo chi dorme non piglia tonni (Tsukiji)

Pesci sui banchi dello Tsukiji

Tokyo, ore 08.30 

Cambiamo caffè per colazione e questa mattina scegliamo due croissants salati con senape e prosciutto e caffè americano, oggi andremo in avanscoperta dello Tsukiji, il mercato ittico più grande del mondo, per capire bene come arrivarci, visto che vogliamo tornarci lunedì mattina (alzandoci alle 4) per vedere la famosa asta del tonno

Usciti dalla metro, si cammina un po' e subito cominciano negozi e bancarelle, che vendono di tutto: soprattutto cibo, ma anche utensili, ceramiche, stivali di gomma e coltelli, ci sono anche innumerevoli ristorantini che hanno già la fila a quest'ora.


 
 

Il distretto è divertente ed affollatissimo, e sono sicura che qualche turista sprovveduto arrivi qui e si fermi convinto che sia questo lo Tsukiji, ma invece si tratta solo dell'area limitrofa al mercato vero e proprio, che è un vastissimo capannone al coperto dove lavorano più di 60.000 persone

E' suddiviso in due settori, lo jonai shijo, il mercato interno dove si svolgono le famose aste dei tonni e il mercato esterno, lo jogai shijo, dove si vende qualsiasi specie di pesce.


Dentro il capannone bisogna stare piuttosto attenti e naturalmente ci sono regole da seguire: non si deve assolutamente intralciare chi sta lavorando, non si puó toccare niente (guai il pesce!), non si possono portare bambini, bisogna andarci con i vestiti adatti (che si sporcheranno) e sono consigliati gli stivali di gomma
Entriamo, con i sandali naturalmente :)


È molto difficile descrivere la frenesia con cui gli addetti lavorano qui dentro e l'intenso odore di mare che si respira. È un odore completamente diverso da quello che ci si potrebbe aspettare in un mercato del pesce, è pulito e fresco
Chi lavora fa tutto di corsa, gira tra i banchi su dei muletti velocissimi e se non stessi estremamente attenta sono convinta che mi travolgerebbero senza troppi complimenti. Sventrano, sfilettano e porzionano i pesci ad una velocità impressionante e corrono via come razzi con le cassette pronte piene di prodotti e di ghiaccio, il pesce va consegnato fresco, in certi casi vivoA questo scopo viene utilizzato perfino l'azoto.

 
 

L'esperienza è intensa, mi scanso continuamente per non intralciare, molti sono ben disposti, qualcuno un po' meno, ma ci mancherebbe, si fanno un c..o così e gli ci mancano i turisti tra i piedi! Vengo schiaffeggiata con una mano bagnata e sanguinolenta sul braccio nudo perché devo spostarmi, ci tirano continuamente secchi d'acqua sporca tra le gambe ed ogni tanto assistiamo a qualche scena cruenta, come ad esempio vedere un energumeno agguantare dei pescioni ancora vivi da una vasca, mozzargli la coda e infilargli su per il taglio un ago fino al cuore, per ucciderli senza rovinarne le carni, ma la quantità ed ancora una volta, la vastissima varietà di pescato è stupefacente.

   

 

É un po' tardino, sono le 10.30 e già stanno sbaraccando, i pezzi migliori sono già tutti stati venduti, per oggi ci siamo persi il più vivo, ma c'è comunque ancora un coloritissimo assortimento.

 
 
  

Chiediamo con cautela informazioni riguardo l'asta del tonno. So già che la prima è alle cinque e che accettano solo un numero limitato di curiosi, per cui occorre presentarsi almeno alle quattro e mezza in un apposito ufficio per registrasi, vorrei capire dove si trova in modo da essere certi di farcela. Purtroppo peró siamo sfortunati. Questo lunedì in Giappone è la festa nazionale del rispetto agli anziani e quindi il mercato resterà chiuso. Che peccato! Mi consolo godendomi lo Tsukiji fino all'ultimo ed alla fine usciamo in cerca.. di sushi, ovviamente.


Qui fuori infatti tra i vari ristoranti si mangerebbe il miglior sushi al mondo. Peccato che le file per entrarci siano mostruose. Siccome pare che sia una tappa obbligata per chi visita il mercato, ci mettiamo in fila anche noi. Ma i prezzi sono piuttosto cari e come al solito noto che quando si tratta di sushi ci si ritrova sempre tra occidentali, il turista straniero infatti, sembra snobbare qualunque altra pietanza giapponese ed al massimo ai piatti locali preferisce il Mc Donalds. Da dove siano usciti poi non si capisce, non ne ho visto praticamente nessuno dentro allo Tzukiji! 

Dopo circa mezz'ora, quando mi accorgo che anche le uniche tre ragazze asiatiche in fila in realtà parlano inglese, decidiamo di andarcene. Raggiungiamo la zona che abbiamo visitato questa mattina e dove mangiano i giapponesi, osserviamo loro ed agiamo di conseguenza. Prendiamo dei maki, degli onigiri che ormai sono diventati una droga, e poi ci spostiamo. Incappiamo in un banchetto che fa delle capesante gratinate che spopolavano già alle 9, e le assaggiamo..

 


Come immaginavo, sono deliziose
Esageriamo e alla faccia dei gaijin che fanno la fila per il sushi assaggiamo anche le ostriche.


Enormi, crude e japan style, ovvero senza limone. Il proprietario molto contento della nostra scelta esce apposta per farci vedere come si mangiano, cioè succhiandole direttamente dal guscio con la loro acqua (in Italia ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo, io così non l'ho mai fatto), il problema è che sono talmente giganti che si fa fatica ad ingoiarle e riguardo al limone mi dispiace molto ammetterlo, ma sanno il fatto loro i francesi. Gli avrebbe dato quel tocco di freschezza che in effetti mancava. 

Proseguiamo il tour nei dintorni e rimango affascinata dai vari prodotti in mostra. 
Ci sono cose davvero strane, soprattutto alghe e pesce essiccato.

 
 


 

Lasciamo questa zona e ci dirigiamo verso la metro, abbiamo in mente un'altra tappa a tema culinario..