Una notte da leoni?

La facciata del Bellagio con le sue fontane, inevitabilmente spente

Las Vegas, ore 17.10

L'on the road continua e dalla California ci spostiamo allo stato del Nevada, arriviamo a Las Vegas che è quasi sera e ci mettiamo alla ricerca del nostro hotel, lo Stratosphere.

 

Lo troviamo, lasciamo la macchina al parcheggiatore ed entriamo. Ovviamente la prima cosa che vedo è il casinò che, casualmente, occorre necessariamente attraversare per arrivare alle camere.

 

La mia primissima impressione è che sia strano vedere la gente che gioca vestita nei modi piú strampalati: dai turisti in pantaloncini e magliette, alle signore ricoperte di strass e lustrini, dalle bellissime escort ai vecchietti più decrepiti, passando per i branchi di ubriachi degli addi al celibato o nubilato. Lasciamo i bagagli in camera ed andiamo in cerca della piscina. Ce n'è una al 22esimo piano, ma a quest'ora è troppo affollata per via dell'happy hour e siccome dopo il viaggio cerco un momento di relax, scelgo quella dell'ottavo e faccio il bagno al tramonto.


Torniamo in camera, ci prepariamo e per cominciare bene la serata decidiamo di salire sulla Stratosphere Tower, la torre di osservazione dell'hotel, che con i suoi 350m è più alta degli Stati Uniti. E' anche l'edificio più rialzato di tutto il Nevada, da cui cui è possibile ammirare le famose luci di Las Vegas e fare addirittura bungee jumping!

 


 

 

La vista è sicuramente molto bella. Ma non può competere con quella dell'Umeda Sky Building di Osaka, che mi è rimasta nel cuore. Cerchiamo un posticino dove cenare, le possibilitá che offre il nostro albergo sono svariate, tra cui un ristorante su una piattaforma rotante, ma purtroppo sono indecisa e vorrei prima guardarmi intorno, cosí scendiamo sulla Strip, la via principale e ci dirigiamo verso i casinò piú famosi, cominciando dal Circus Circus, che all'interno ospita diverse attrazioni a tema circense.


Proseguiamo la nostra passeggiata alla ricerca della cena, ma abbiamo giá capito che qui le opzioni sono due: o farsi spennare in un qualsiasi ristorante di lusso, o mangiare schifezze in un fast food. In certi alberghi esisteva anche l'opzione buffet che sarebbe stata anche conveniente, ma solo fino alle 21.30. Scusate, ma non era la cittá che non dorme mai?


Sconsolata ed affamata faccio un giro nella Venezia di plastica, il più grande hotel a 5 stelle di America, che ospita un casinò di 11.000 m².


 

Dopo The Venetian, la mia triste impressione da patriottica scandalizzata è che senza una buona dose di alcool in corpo, Las Vegas non sia poi così divertente. 


Alla fine per la cena decidiamo di arrangiarci, cosí entriamo in un market aperto h24 e compriamo dei tristissimi wrap con pollo e lattuga che mangiamo per strada tra le luci dei casinò. Non sono il massimo, ma almeno non abbiamo mangiato le solite patatine e non abbiamo speso 90 $. Proseguiamo sulla Strip tra americani sempre più brilli ed urlanti, poi entriamo nel Cesar Palace.


 


Non sono sicura che si possa definire bello. E' la volta del Bellagio.

  

Qui gli interni sono decisamente più sobri e mi piacciono di più, ci sono anche delle bellissime decorazioni a tema autunnale che pendono dalle cupole della galleria principale, mentre ci si può affacciare dalle terrazze panoramiche per ammirare i casinò circostanti.


Purtroppo stasera non siamo particolarmente fortunati, o forse siamo arrivati in questa città un po' da sprovveduti, perchè non riusciamo nemmeno ad assistere allo spettacolo delle famose fontane visto che ormai è mezzanotte passata e i suoi getti vengono attivati solo fino alle 24.


Mentre rientriamo in hotel passando davanti alla tipica cappella dove è possibile farsi sposare da Elvis, traggo le mie conclusioni finali su questa città. Las Vegas non mi è piaciuta. Le mie bassissime aspettative sono comunque rimaste deluse da quella che ai miei occhi è apparsa solo come una piccola Europa tarocca e di plastica costruita per essere un paese dei balocchi per dei grossi bambinoni annoiati. La triste sensazione è che qui ci si debba divertire ad ogni costo e per questo siano disponibili le piú svariate ed incredibili attrazioni, fiumi di alcool (necessari affinchè la magia di Las Vegas non crolli) e di soldi, buttati.