Ti racconto il Grand Canyon
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Facciamo una super colazione con uova, bacon and ham, e poi pancakes con toast al burro d'arachidi. Senza contare le calorie scappiamo subito in auto in direzione di Mather Point e Yavapai Point.


L'umore è altissimo perchè la giornata è stupenda, l'aria è fresca, il sole splendido e caldo ed io non vedo l'ora di affacciarmi nuovamente sul South Rim, il bordo meridionale del Grand Canyon. Arrivata al Visitor Center rimango un po' delusa per le sue prepotenti dimensioni, ci sono negozi, caffè e un parcheggio enorme, che rende il tutto un po' troppo turistico e un troppo poco selvaggio.




Mi fa un'impressione stranissima. Perchè non ha la bellezza vivace e clamorosa del Bryce Canyon, ma mi sembra di guardare qualcosa di irreale. fuori dal tempo e dallo spazio.
La prospettiva si confonde, le dimensioni si appiattiscono e a cercare di seguirlo ci si perde nella sua infinitezza. Ci spostiamo verso Grandview Point e lungo la Desert View Road inchiodiamo per fotografare un meraviglioso cervo mulo.

Grandview non mi delude. Qui c'è solo il Canyon, il vento e l'assoluto silenzio.


Proseguiamo verso le rovine di Tusayan, il sito archeologico costituito da un piccolo insediamento Pueblo che comprendeva una zona giorno, due ripostigli e un kiva, una stanza rituale utilizzata dagli uomini della tribù.






Ci dirigiamo verso l'ultimo punto panoramico di oggi, Lipan Point, da dove si intravede il Colorado e i calanchi ondulati intorno al delta Unkar, il luogo sacro circondato da vibranti rocce color vermiglio, dove vivevano proprio i Pueblo Ancestrali.


Ripenso alla storia straordinaria dei popoli che hanno osato scegliere questo luogo come casa e contemplo il Canyon più che posso, mentre un'alce bruca sul sentiero per il ritorno.

Poi saliamo in macchina ed attraversiamo il parco tornando verso il nostro albergo.
