Senza benzina sulla Route 66

Kingman, ore 8.27

Ci svegliamo nella stanza di Cody Custer, il campione mondiale di cavalcata dei tori, nella piccola locanda che abbiamo scelto per passare la scorsa notte, il Quality Innun posto molto caratteristico, senza troppe pretese, ma tranquillo e vicino alla Route 66.

 

Entriamo nella sala colazioni, c'è un ricco buffet che saccheggiamo prendendo un po' di tutto, cereali, oatmeal, waffle, sausage and scrambled eggs mentre scambiamo qualche chiacchiera con il signore baffuto super premuroso che ci prepara il caffè

  

Ci mettiamo in marcia e siamo subito sulla 66, la mitica strada aperta nel 1926 che collegava Chicago a Santa Monica e che fu usata per l'esodo verso l'ovest durante il Dust Bowl, la serie di tempeste di sabbia che colpirono durante tutti gli anni '30 a causa delle tecniche culturali invasive che avevano trasformato le grandi pianure in un deserto polveroso. Un vero disastro ecologico, che costrinse la popolazione rurale a migrare portando allo spopolamento vaste zone del territorio americano e rendendo la 66 una delle strade più trafficate di tutti gli Stati Uniti. In quel periodo le città ed i servizi lungo la Mother Road si arricchirono e crebbero in proporzione all'affluenza improvvisa, poi negli anni '50, continuò ad essere una via molto popolare per le varie attrazioni, dal Painted Desert al Grand Canyon, disseminate lungo il suo percorso. 

 

In pochissimo tempo siamo fuori da Kingman e ci ritroviamo in mezzo al nulla, ma questa volta potremmo avere una complicazione, perchè dobbiamo fare benzina. E quello che all'apparenza può sembrare banale, non lo è assolutamente quando si affronta un on the road negli States, dove i distributori possono essere lontani miglia e miglia e per chilometri di deserto non si incontra anima viva. La prima raccomandazione infatti sarebbe quella di non scendere mai con il serbatoio sotto mezzo livello, ma in questo caso non mi preoccupo troppo perchè è proprio ad una pompa che siamo diretti, per l'esattezza alla Cool Springs Station.




Finalmente arriviamo alla storica stazione di servizio aperta a metà degli anni '20 sul versante orientale delle Black Mountains, da qui in poi il percorso è l'originale Old Trais Highway, uno dei più scenografici ed intimidatori di tutta la Route, tanto che i primi viaggiatori ingaggiavano dei piloti locali per superare questo tratto. Un tempo questa era l'ultima sosta per fare rifornimento, scorta di acqua o mangiare il mitico pollo della signora Walker.



Con gli anni '50 arrivò inesorabile anche il declino di questo luogo. Questa parte di 66, venne aggirata dalla nuova Interstate-40, eliminando la necessità di affrontare i pendii montani, e di conseguenza segnando la fine di Cool Springs. Quello che resta oggi è solo qualche pompa polverosa ed un museo per appassionati gestito da un tipo strano di nome Ned, sulla strada per la città semi fantasma di Oatman. Ma la vera tragedia è che paradossalmente qui non c'è più nemmeno una goccia di benzina!


Questo è davvero un problema, perchè siamo esattamente a metà strada tra Kingman ed Oatman e rischiamo di rimanere a secco mentre cerchiamo di raggiungere una delle due località. Ned ci sconsiglia di procedere in questa direzione e ci suggerisce di tornare indietro, perchè proseguendo in salita, rischiamo di non arrivare al prossimo rifornimento.
Sconsolati facciamo dietrofront ed incrociamo le dita. Di nuovo a Kingman riempiamo il serbatoio e ci rimettiamo in viaggio, questa volta aggirando le montagne e procedendo sulla I-40, un vero peccato perchè avrei tanto voluto visitare Oatman e vedere le Black Mountains, ma ci aspettano quasi 5 ore di macchina e non possiamo perdere altro tempo. A Needles siamo di nuovo in California e senza scendere prendiamo il pranzo al fast drive di Jack In The Box


 

Da un interfono ordiniamo patatine, tacos con cheddar e lattuga, Sausage Breakfast Burrito (si, questa roba la mangiano a colazione) ed un meraviglioso Oreo Cookie Ice Cream Shake, il milk shake migliore della mia vita, così denso da non riuscire a succhiarlo con la cannuccia, che sembra essere piantata nel cemento.

 Ci abbuffiamo on the road e proseguiamo verso Los Angeles circondati da un cielo azzurrissimo e da polveroni di sabbia sollevati dal vento.

  

Arriviamo esausti al tramonto ed andiamo in cerca del nostro albergo, check in, doccia veloce e mezz'oretta di relax, dopodichè siamo di nuovo fuori perchè questa sera ci attendono le stelle.